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Sparkling Bombs Dead Dreams From The Silver Gutter Cover
Artist: Sparkling Bombs
Location: French
Line-up: Alyss (vocals), Lady Bittersweet (lead guitars, backing vocals), Joker (rhythm guitars, backing vocals), Matt (bass, backing vocals), Laur (drums)
Album: Dead Dreams From The Silver Gutter
Label & Pubblication Year: Coexistence Obscure Records, 2004
Tracklist: Cheap Trash Honey / Too Dead Today / Prettie Boy / It Hurts Me / Candyfloss Girl / Interstellar Suicide / Blow My Head Away / Trust In Dust / Drag King Baby / Cosmetik Dream
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Stessi volti, stesso luogo e finalmente "Dead Dreams From The Silver Gutter"; il nuovo fantastico full-lenght dei francesi Sparkling Bombs, che avevo già avuto modo di trattare nel 2002, in coincidenza dell'uscita del loro EP "From Bubblegum Fun To Glittered Depression". 2 anni dopo questi ragazzi azzeccano il colpo e sfornano 10 songs che segnano indiscutibilmente la loro ascesa nella scena glam rock internazionale. Ma questa definizione va stretta agli Sparkling Bombs, come potrebbero stargli addosso i pantaloni di 20 anni fa, giusto perchè il combo transalpino si dirige verso il proprio universo incantato, fatto di lustrini, atmosfere trasognanti, energia punk e melodie che non possono lasciare indifferenti, lasciandosi sicuramente condizionare da quello che gli sta attorno, ma rileggendo il tutto secondo un'ottica profondamente personale. Certo la voce di Alyss è spesso vicina a quella di Robert Smith dei Cure, e l'alone di decadenza che marchiava il primo lavoro si è attenuato, lasciando spazio a panorami più solari. L'andamento di questo lavoro è li a dimostrarlo; quasi da subito, quando a fermare il battito del cuore è l'iniziale "Cheap Trash Honey", che sfrequenza con gusto ed una certa originalità sul Robin Black style. "Too Dead Today" rispolvera una patinata oscurità; in ogni caso una descrizione più accurata, mi permette di dipingerla come una specie di sogno ad occhi aperti; per puntualizzare che l'indole è proprio quella del glam 70's dei T.Rex, e tutto pulsa per ricordare che i platform boots stanno per tornare ad invadere il pianeta. "Prettie Boy" e la seguente "It Hurts Me" mostrano il lato più punk'n'roll ed energico della band. La prima riprende certi riffs cari ai Toilet Boys delle songs più cariche quali "Saturday Night" mentre la seconda, già presente sul precedente lavoro, rimane la solita potenziale hit, con la differenza di una produzione migliore. "Candyfloss Girl" mi ricorda nelle strofe gli Hanoi Rocks, ma è da ritrovare nell'uso delle melodie il vero punto di forza della song in questione. Le background vocals vengono utilizzate giusto come adoravano farlo i New York Dolls, o le vecchie glam bands inglesi, e quando tutte le componenti vengono a sovrapporsi, quello che esce dagli speakers diventa folgorante. Come preannuncia il titolo "Interstellar Suicide" è più sofferta, ed in questa ambientazione i riffs si fanno più grezzi, senza però dimenticare che "Planet:Fame" è un grande album, o almeno così viene considerato da una certa parte della critica. "Blow My Head Away" è la song più tirata dell'intero lavoro e vi assicuro che alla fine canterete anche voi "Do you want me, do you, do you want me, do you want me to blow my head away?". La crepuscolare "Trust In Dust" mi riporta sulla terra prima di "Drag Queen Baby": civettuola, catchy, sboccata nel nome del punk di newyorkese memoria e con una chiusura relegata a delle tastiere schizzoidi. A chiudere è "Cosmetic Dream" che cresce, mano a mano, nei suoi ritmi da party song, prima di essere spezzata da una porzione strumentale nella quale la chitarra di Lady Bittersweet prende il sopravvento accompagnata dall'hammond di JJR. E' Kiss time, Slade time, insomma "Rock'n'Roll all nite and party every day"! Ma come potevano essere comuni gli Sparkling Bombs? Semplice, non potevano ed allora a chiudere arriva la traccia nascosta; delle lisergiche allucinazioni di hammond, roba in pieno 70's style, che se l'ascolti troppo a lungo ti manda fuori di testa facendoti apparire un sacco di brillanti luci, in mezzo al cielo, paragonabili ad un pugno di costosissimi diamanti. Non ricordo dove avevo l'avevo letta, ma queste non sono parole mie. Dite che proviene dalla "Beat Generation"? Certo ma questa volta stiamo parlando di "Make Up Generation". "Do you want an artificial stroke? Taste a brand new sensation, we only want you to choke!". Buona anche la sezione multimediale del CD che contiene i video di "Prettie Boy" e di "Drag Queen Baby" registrati bell 2003 durante un'esibizione all'Artefacts.

Recensione Realizzata da Bruno Rossi.
Vote: 8